Hoodie, voglio ricordarti così!

Siamo ancora in fibrillazione.

In città si parla di Hoodie, si fantastica sul prossimo anno, su cosa si può cambiare e su cosa assolutamente deve rimanere così com’è.

La tensione della vigilia, la paura concreta di non vincere la lotta contro il tempo per organizzare tutto, sono ormai alle spalle.

L’eccitazione fatica ad andarsene ed in tutta onestà ci va più che bene.

Sono giornate in cui lavorare non è così facile, continuamente interrotti da ricordi, aneddoti, momenti epici e memorabili.

D’altronde un torneo in cui Giulia arriva alla fase finale con una piscina gonfiabile in spalla come può non essere epico?

Un weekend in cui ha regnato la bionda, per un totale di 300 litri. Si parla di birra eh.

Ne usciamo con la consapevolezza che i nostri iscritti avevano ben chiari gli obiettivi da raggiungere fuori dal campo!

Una due giorni in cui le donne son state chiaramente il valore aggiunto della manifestazione.
Splendide, divertenti, in pieno clima Hoodie!

Hanno ballato, cantato, scherzato, lavato tutti con gavettoni improvvisati, giocato duro e dato spettacolo in campo. In 25 hanno trascinato, hanno creato quell’atmosfera spensierata che ricercavamo in ogni modo!

Può sembrare un racconto di fantasia ma due di loro son state reclutate giovedì sera a Milano.

“Dai venite sabato e domenica a Brescia a fare un torneo”.

Beh sono venute, senza conoscere anima viva. Hanno impiegato meno di Bolt sui 100 metri per stringere amicizia e calarsi in un ambiente nuovo.

Sarà che quando riconosci tuoi simili è tutto più semplice. Una mandria di giocatori più o meno seri che al campetto dimenticano la categoria, i campionati ed il parquet e si mettono tutti sullo stesso piano. La magia di Hoodie è stata anche questa. L’MVP è stato il Rega. Ha ripreso in mano la palla da basket pochi mesi fa, dopo anni di inattività totale. Ha dato filo da torcere a gente 20 centimetri più alta di lui, a giocatori di serie C o B. È stato il manifesto di ciò che speravamo di portare a Campo Marte, è stato l’essenza di Hoodie.

Una gara delle schiacciate con 3 dunkers in un punto. 110, 110, 109. Si sono saltati bidoni, moto, persone, fatte citazioni di Vince Carter. Incredibile. In memoria del Solfro, non poteva essere altrimenti.

Una gara da 3 punti pazzesca. 13 su 15 molti di noi non li fanno nemmeno in appoggio. Dennis li ha sbattuti dentro con il peso di dover battere gli 11 di Aro. Memorabile!

C’è il rischio concreto di scrivere un libro sul 6 e 7 Luglio 2019. Cercheremo di risparmiarvi questo flusso di ricordi sconnesso e caotico.

Solo un’immagine è doveroso ricordare. Luci spente, fusti di birra completamente finiti, 30 tra ragazzi e ragazze che ballano il sirtaki (o qualcosa che ci somigliava vagamente) in mezzo al campo. Abbracciando persone che fino a due giorni prima erano totali sconosciuti. Non potevamo chiedere altro.

O forse sì, vedere Tommy che getta i pantaloncini sudati nel cestino, urla il suo inconfondibile “Ciao gnariiii” e se ne va.

Ecco, forse Hoodie è davvero terminato!