IT’S DAME TIME
“That’s a bad, bad shot”.
Amarezza e delusione sul volto di uno stratosferico Paul George in conferenza stampa. Ha giocato una serie con la spalla completamente fuori uso. Una gara5 mostruosa, avanti di 15 a 6 minuti dal termine, poi è arrivato Dame.
Gli americani lo definiscono “dagger”, una pugnalata.
Mai come in questo caso il canestro della vittoria di Lillard somiglia sinistramente ad un fendente che ti trafigge e ti sconfigge.
Portland vince la serie. Lillard conquista la gloria sportiva imperitura.
No non stiamo esagerando. Se esiste un campione NBA che citando De André è sempre andato in direzione ostinata e contraria è proprio lui. Coerente e fedele oltre ogni sconfitta e delusione.
Fedele verso la sua gente, fedele verso le sue capacità, fedele verso i suoi compagni.
“What a difference a year makes”.
Fuori 4-0 contro i non irresistibili Pelicans esattamente un anno fa, stratosferici oltre ogni aspettativa in questa serie con i Thunder.
Non si può non amare la durezza con cui scende in campo Lillard. Il duello con Westbrook è quanto di più entusiasmante possa regalarci l’NBA.
50 punti con 10 bombe per mandare a casa OKC.
Tripla da distanza siderale per chiuderla.
Sembra un copione Hollywoodiano, forse lo è, ma non svegliateci.
Hai ragione Paul, era un cattivo tiro, ma è il tiro che sogniamo di mettere quando giochiamo in cortile sotto casa da ragazzini.
3,2,1, faccia arrogante, fuori equilibrio, senza sforzo, solo rete. Folla impazzita, compagni che ci sotterrano.
Esiste qualcosa di più magico?